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Channel: Pasticceria portami via!
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I sugali, una specialità dell'autunno ferrarese

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La famiglia del mio fidanzato ha un orto meraviglioso, costeggiato da un filare di viti: grazie a questo, tutti gli autunni, producono del mosto d'uva di ottima qualità. Il mosto viene poi tenuto in bottiglie congelate in freezer... al bisogno, si scongela il mosto e lo si impiega in cucina in varie preparazioni. La mamma del mio fidanzato mi regala spesso qualche bottiglia di questo nettare divino... con il quale facciamo i "sugali", specialità tipica della mia zona!



Si tratta di una sorta di budino di mosto d'uva, un pò come il "gelo d'anguria" siciliano può essere paragonato a un budino di anguria. Nel caso dei sugali, però, il gusto è più autunnale e deciso, si mangia freddo di frigo a cucchiaiate e non fa rimpiangere assolutamente nè un budino di crema, nè un altro tipo di dolce al cucchiaio...  trattasi di una ricetta sana, facilissima e di tradizione contadina, che si tramanda di famiglia in famiglia.

Ingredienti:
  • 1 litro di mosto d'uva;
  • 3 cucchiai colmi di farina bianca (io ho usato quella integrale);
  • 1 cucchiaio colmo di farina gialla;
  • (facoltativo) 2 cucchiai di zucchero (io non li metto mai).

Procedimento:
Mettere in una casseruola la farina e l'eventuale zucchero e, mescolando continuamente ed energicamente con una frusta, aggiungere il mosto a poco a poco: questo eviterà il formarsi dei grumi. Quando tutto il mosto è versato e la farina è incorporata in modo omogeneo, accendete il fuoco: con la frusta mescolate sempre, fino al raggiungimento del bollore. Contate circa 3 minuti, alla fine il composto dovrebbe essersi addensato (mai quanto la crema, dato che qui mancano le uova).



Versate nelle coppette quando il composto è ancora caldo, lasciate raffreddare (si solidificherà ulteriormente, raggiungendo la consistenza di un budino) e consumate poi freddo di frigo. Si conserva per diversi giorni in frigo (anche una settimana), ma non credo che vi durerà così a lungo! Questo tipo di budino si trova anche in vendita nei supermercati ma, credetemi, non c'è paragone: quello commerciale sa di gelatina zuccherata, dal vago retrogusto d'uva. Se avete la possibilità di trovare il mosto d'uva, non fatevi sfuggire l'occasione di preparare questo budino: un concentrato di sapore e genuinità!

Cannoli al caffè

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Dopo i classici cannoli siciliani, che resteranno sempre uno dei miei "amori intoccabili" in cucina, oggi vi propongo però una ghiotta alternativa: i cannoli al caffè! L'idea mi è venuta per conciliare esigenze famigliari, che vedono mia madre e me amanti dei dolci con la ricotta, mentre mio padre è decisamente poco affezionato a questo formaggio. Però, essendo lui un amante di caffè (e senza zucchero, rigorosamente!), ho pensato che se i cannoli avessero avuto un deciso aroma caffeinico li avrebbe gustati con piacere anche lui... che dire? Prova superatissima!

Per l'impasto (circa 9 cannoli):
- 150 g di farina 00;
- 1 cucchiaino di polvere di caffè;
- 1 cucchiaino di cacao amaro in polvere;
- 20 g di zucchero;
- 20 g di burro;
- 70 ml di vino bianco.

Per il ripieno:
- 300 g di ricotta cremosa e ben compatta, non acquosa;
- 150 g di zucchero;
- 10 g di cacao amaro;
- 1 cucchiaio di caffè freddo non zuccherato;
- 25 g di chicchi di caffè ricoperti di cioccolata.


Procedimento: 
Prima di tutto mettete a sgocciolare la ricotta in un colino. Dovendo aggiungere un pò di caffè ad essa, è importantissimo che tutta l'acqua della ricotta venga scolata prima, o non riuscirete ad avere la giusta consistenza per il ripieno dei cannoli. Setacciate poi la farina con 20 g di zucchero, il cacao, il caffè. Impastate questi ingredienti con il burro a tocchetti ammorbidito, aggiungete il vino e lavorate con le mani fino ad ottenere un impasto elastico: dopo un pò riuscirete infatti a formare una bella palla di pasta elastica, senza imperfezioni. A questo punto mettetela a riposare in frigo per mezz'ora, avvolta in pellicola trasparente. Intanto, con una forchetta, mescolate per qualche minuto la ricotta con 150 g di zucchero, il cacao e il cucchiaio di caffè amaro: verrà fuori una vera e propria crema. Una volta che il composto sarà cremoso e vellutato, incorporatevi i chicchi di caffè ricoperti di cioccolata che avrete precedentemente ridotto in granella, tenendone da parte 16 o 18, per decorare poi i cannoli da ciascun lato. Mettete la crema in frigorifero in modo che si consolidi un pochino.





Poi preparate i cannoli: stendete la pasta con il mattarello, facendola alta pochi millimetri. Regolatevi sapendo che dovrete ricavarne in tutto 8-9 dischi, con un coppapasta tondo dal diametro di 10 cm. Una volta che avete i vostri dischi, avvolgeteli uno ad uno agli appositi strumenti di metallo per cannoli, avendo cura di "chiudere" bene il cannolo, facendo aderire la pasta che si sovrappone. Friggete i cannoli in olio di arachidi bollente: in pochi minuti avrete cannoli dorati, che andrete a posizionare su carta assorbente. Sfilateli dai "tubi" di metallo solo quando si saranno intiepiditi. Quando i cannoli sono freddi, farciteli con la crema alla ricotta, impiegando una tasca da pasticcere, decorateli con i chicchi di caffè ricoperti di cioccolata e spolverizzateli di zucchero a velo.


Sono deliziosi: il cannolo è croccantissimo, la vellutata crema alla ricotta ha un intenso gusto di caffè e il profumo... beh, è solo per caffeinomani patentati! Con questa ricetta partecipo al contest "Tutti i sapori del Caffè" organizzato da Cinzia - Cinzia ai fornelli e da Elena - Zibaldone culinario. Buon weekend a tutti!

Torta Bonissima: la dolcezza natalizia di Modena

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Tante noci e tanto miele, una croccante pasta frolla, una glassa di cioccolata fondente profumata al vino: questa è la Torta Bonissima di Modena, che "buonissima" lo è davvero! Vista sull'ultimo numero di Sale&Pepe me ne sono subito innamorata e, mentre la preparavo, mi sembrava fin troppo facile... anche la presentazione, semplice ma d'effetto, ha la sua importanza. Ma la cosa migliore, ovviamente, è il gusto: noci e miele sono un abbinamento perfetto che ci trasporta in una magica atmosfera natalizia... all'assaggio, anche se sarete già ben disposti, la Bonissima sarà comunque capace di stupirvi. Provare per credere!



Ingredienti per la frolla (22 cm di diametro):
- 300 g di farina 00;
- 1 uovo e 1 tuorlo;
- 130 g di burro;
- 1/2 cucchiaino di lievito;
- 2 cucchiai di zucchero semolato;
- la scorza grattugiata di un limone biologico;
- un pizzico di sale.

Ingredienti per il ripieno e la rifinitura (22 cm di diametro):
- 200 g di miele;
- 200 g di gherigli di noci;
- 1 bicchierino di Rum;
- 1 bicchierino di vino bianco;
- 100 g di cioccolata fondente (io Emilia);
- Gherigli di noci per decorare.


Preparate la frolla mettendo in una terrina il burro ben ammorbidito, le uova, il pizzico di sale, lo zucchero e la scorza del limone: mescolate con una frusta e, a poco a poco, aggiungete la farina con il lievito setacciato. Impastate con le mani fino ad ottenere un panetto omogeneo e mettete a riposare in frigo per mezz'ora.
Intanto mettete le noci nel mixer: una volta tritate (non devono diventare una farina, ma neppure devono essere a pezzi grossi), aggiungetele al miele e al Rum. Mettete da parte.
Riprendete la frolla e foderate con 2/3 della pasta una tortiera imburrata e infarinata da 22 cm di diametro: bucherellate il fondo. Riempitelo poi con il ripieno di miele e noci. Stendete la pasta rimanente in un disco dalle dimensioni utili a chiudere la torta; una volta che l'avrete posizionato sul ripieno e avrete sigillato la torta grazie ai bordi del guscio di frolla sottostante, bucherellate anche la superficie con una forchetta. Cuocete per 45-50 minuti a 180°C in forno preriscaldato. Sfornate e lasciate raffreddare. Poi preparate la glassa sciogliendo a bagnomaria 100 g di cioccolato fondente con mezzo bicchiere di vino bianco. Spalmate la glassa sulla torta, lasciando i bordi a vista, e completate con i gherigli di noce interi.


La Bonissima viene preparata a Modena sotto Natale e, oltre a servirla sulle vostre tavole, ve la conisiglio anche come un'ottima idea per deliziosi regali natalizi: una volta cotta, dura diverse giornate senza perdere in consistenza e anzi il gusto quasi ne guadagna... potete proporla anche in monoporzioni o tartellette da incartare singolarmente, per piccoli ma indimenticabili pensieri golosi. Che ne dite?

Gelatina di melograno... una leccornia autunnale!

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Mentre fuori infuriano la tempesta, il freddo e il grigiore novembrino... immaginatevi di poter racchiudere in un barattolo i raggi del sole d'autunno, la sfumatura rossa delle foglie degli alberi e il gusto dolce-aspro della stagione più poetica dell'anno... avete immaginato una sola cosa: un barattolo di gelatina di melograno! Questi frutti deliziosi sono dei capolavori dell'estetica: la buccia esterna ne fa delle mele rosse che spiccano nel cespuglio giallo, le bacche racchiuse all'interno sono come piccoli rubini e il loro succo, ricchissimo di vitamina C, è un prezioso nettare dal gusto unico!




Il procedimento per avere qualche prezioso barattolo di gelatina di melograno è un pò lungo, ma ne vale la pena! Armatevi di pazienza e iniziate con lo sgranare i melograni: una volta che avrete tutti i chicchi puliti, passateli nel passaverdura per ottenere il succo. Resistete alla tentazione di berlo subito (è buonissimo, fresco, dissetante, dolce e asprigno insieme) e misuratelo. Per ogni litro di succo ottenuto, aggiungete:
- 500 g mele verdi, sbucciate e tagliate a pezzetti;
- 1 limone biologico (succo spremuto e scorza a pezzi grandi);
- 750 g di zucchero semolato.
Mettete il tutto sul fuoco, in una casseruola dal fondo spesso e... ancora, armati di santa pazienza, attendete che il succo si restringa e le mele si disfino completamente; le scorze del limone vanno tolte alla fine. Io sono stata sul fornello per tre ore e mezza. Potete fare la prova del piatto: prendete un cucchiaino di composto, versatelo su un piatto e inclinatelo... se si consolida dopo qualche istante, la preparazione è pronta.

I passaggi per ottenere la gelatina di melograno
Non fatevi ingannare dal fatto che vi sembri sempre liquida: finchè è calda la gelatina resta molto fluida, ma non appena la temperatura scende si rapprende. Guardate infatti com'è bella solida sul cucchiaino! Un'altra nota importante:  nella penultima foto qui sopra vedete che la gelatina è trasparente e le mele non si vedono più... non le ho tolte, si sono proprio "disfatte" completamente nel succo di melograno e quindi questa diventa più una gelatina che non una confettura, nonostante tra gli ingredienti ci sia anche la frutta in pezzi. Invasate calda nei barattoli e conservatela in luogo fresco e asciutto. 
Vi aspetto al prossimo post per una ricetta che avrà per protagonista proprio questa gelatina!

Delizia fondente al melograno (con frolla al cioccolato di M. Santin)

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Ecco una torta "importante" che celebra uno dei frutti più magici dell'autunno, talmente magico che ci accompagnerà volentieri fino alle feste di Natale, quando il suo rosso rubino farà faville sulle nostre tavole imbandite, essendo portatore di buoni auspici: il melograno! Dopo aver dedicato lo scorso post alla gelatina di melograno, è giunto il momento di proporvi una ricetta che valorizzi al meglio questo frutto meraviglioso. Per creare una vera delizia ho scelto uno degli impasti del Maestro Santin, in particolare la sua frolla con pezzi di cioccolato... ragazzi, non si scherza: è sublime! Questo guscio di frolla intensissima e ricca di pepite di cioccolato, racchiude un doppio ripieno tra gelatina di melograno e ganache fondente... decorate il tutto con melograno fresco e... tuffatevi in questa delizia.



Per la frolla con pezzi di cioccolato (tratto da M. Santin "Pasticceria, le mie ricette di base"):
- 135 g di farina;
- 120 g di burro morbido;
- 130 g di zucchero;
- 115 g di cioccolato al 70%;
- 10 g di bicarbonato;
- 1,5 g di estratto di vaniglia;
- 23 g di cacao amaro;
- un pizzico di sale.

Setacciate la farina con il cacao e il bicarbonato; impastate lentamente tutti gli ingredienti tranne il cioccolato. Quando il composto comincia ad assumere una consistenza omogenea, aggiungete il cioccolato tritato a pezzetti piccoli e finite brevemente di lavorare. Formate un panetto e mettetelo in frigo, avvolto nella pellicola, per almeno 12 ore. Togliete 3/4 d'ora prima dal frigo, poi stendete la pasta in una tortiera da 20 cm di diametro, imburrata e infarinata. Rivestite la pasta con carta forno e fagioli secchi e mettete in forno per 15 minuti a 180°C; trascorso questo tempo eliminate la carta e i fagioli (fate attenzione a questo passaggio e siate delicati, il cioccolato a pezzetti è fuso dal calore e può complicarvi la vita) e rimettete in forno per altri 10-15 minuti a terminare la cottura del guscio di frolla.
 


Per il ripieno e la rifinitura:
- Gelatina di melograno;
- 1,5 ml di panna fresca;
- 100 g di cioccolata fondente di ottima qualità (io Emilia-Zaini);
- un grosso melograno fresco e maturo. 

Preparate la ganache portando a bollore la panna fresca e versandola sul cioccolato a pezzetti: non muovete il tutto per un minuto, poi mescolate fino ad ottenere una crema omogenea. Lasciate intiepidire. Nel frattempo rivestite con uno strato di gelatina di melograno il guscio di frolla: dovrete fare uno spessore di poco meno di un cm. Se la gelatina fosse troppo solida, potete scaldarla brevemente in micro-onde prima di spalmarla. Lasciate solidificare un pò la gelatina, poi versatevi sopra tutta la ganache al fondente. Mettete in frigo per 5-10 minuti, in modo che si consolidi un pò, poi aggiungete i grani del melograno fresco sul bordo della torta. Conservate in frigo ma ricordatevi di toglierla almeno un'ora prima di gustarla.


Con questa ricetta partecipo al contest "Cucinando tra cielo e terra - Profumi e sapori d'autunno" del blog Menta e Cioccolato.


Auguro a tutti voi che passate di qui un fantastico weekend... dalla prossima ricetta, ve lo anticipo, entreremo in atmosfera pienamente natalizia!

Il frustingo marchigiano: profumi e sapori unici per Natale

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Il "frustingo", tipico del periodo natalizio nelle Marche, è un dolce antichissimo (forse risale al tempo dei piceni) di origine popolare, una sorta di pane ricco, impastato con frutta secca e mosto d'uva... descriverlo a parole è impossibile, sappiate solo che è un concentrato di tutte le cose più buone che esistano: fichi secchi, caffè, cacao, canditi, frutta secca, pane raffermo, mosto d'uva. Ogni famiglia marchigiana ha la sua ricetta e il nome "frustingo" cambia anche a seconda della zona: "pistingo", "frustingu", "frustino", "frestinghe", "frustenga"... comunque lo si chiami, è una bomba di sapore e il profumo che emana è in grado di diffondersi per tutta la casa. Non dovete immaginarvi la "solita" torta di pane raffermo, questo è un dolce unico, a suo modo raffinato e composito, indimenticabile e intensissimo. Insomma, dovete proprio assaggiarlo!

Per una tortiera da 28 cm di diametro:
5 dl di acqua; 375 g di fichi secchi; 1,5 dl di mosto; 1 dl di olio extravergine d'oliva; 100 g di farina integrale; 150 g di pane grattugiato; 150 g di uvetta; 100 g di gherigli di noci pulite; 100 g di mandorle pelate; 125 d gi frutta candita a cubetti (arancia, cedro, ciliegia); 40 g di cacao amaro; 15 g di caffè solubile; 0,5 dl di caffè espresso; 120 g di zucchero; 10 g di sale; scorza grattugiata di 1 limone biologico; scorza grattugiata di 1 arancia biologica; scorza grattugiata di 1 mandarino; 5 g di noce moscata in polvere; 5 g di cannella in polvere; 1 pizzico di pepe; 3 dl di Cognac.

Per decorare:
Ciliegie candite; mandorle pelate e gherigli di noci.



Procedimento (si parte 24 ore prima della cottura):
Tagliate i fichi a pezzetti, versateli in una casseruola capiente, aggiungete l'acqua e il mosto e portate a ebollizione: cuocete per 30 minuti. Togliete dal fuoco e lasciate in infusione per 24 ore nel liquido di cottura. Trascorso questo tempo, aggiungete tutti gli altri ingrefienti (l'olio, la farina, il pane, l'uvetta, le noci, le mandorle, i canditi a cubetti, il cacao, il caffè in polvere, il caffè espresso, lo zucchero, il sale, le scorze dei frutti grattugiate, le spezie e il liquore). Impastate energicamente con un cucchiaio di legno fino a ottenere un composto omogeneo dalla consistenza non troppo dura ma nè troppo molle. Trasferite il composto in una teglia da 28 cm di diametro, imburrate e infarinata, e decorate la superficie del dolce con gherigli di noce (io li ho omessi), mandorle e ciliegie candite. Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 45 minuti, in modo che il dolce resti morbido e profumato.

La consistenza resta umida ma assolutamente compatta, il profumo meraviglioso, composito... il sapore unico: sentirete il dolce della frutta candita, il croccante della frutta secca, l'amaro intenso del caffè, il retrogusto vellutato del cacao, la nota appena accennata del liquore... insomma, davvero resterete senza parole: il frustingo si può solo gustare in un religioso, religiosissimo, silenzio.

Il kringle estone... per un Natale nordico!

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In questi ultimi giorni è un piacere svegliarmi, scoprendo che un sottile strato di brina ricopre tutta la mia campagna e, nella luce rosata del mattino, rende il paesaggio incantato! Nei campi gelati girovagano enormi fagiani, che di tanto in tanto becchettano qualcosa a terra; gli uccellini industriosi cercano bacche nei cespugli (ma ben presto addobberò per loro qualche albero con semini, tortine e palle di grasso); la natura sta andando in letargo. E noi uomini? Noi purtroppo corriamo, corriamo, corriamo tra mille impegni e scadenze, come se non importasse altro. Prendiamoci una pausa facendo e assaggiando questo buon dolce lievitato, ovviamente natalizio, in grado di riscaldarci dal freddo e di farci dimenticare per un attimo la fretta... è il kringle estone: tipico dolce nordico, croccantino fuori, morbido dentro.


In norvegese "kringle" significa "chiocciola" ed è un dolce morbido, profumato, una sorta di treccia farcita, arrotolata a forma di ghirlanda. La ricetta originale proviene dal numero di dicembre 2012 di Sale&Pepe, ma l'ho leggermente modificata, aggiungendo un paio di ingredienti e togliendo la farina integrale (non perchè non mi piaccia, ma perchè non l'avevo in casa!)... l'aggiunta dei canditi ha reso questo kringle ancora più natalizio.

 

Ingredienti:
- 150 g di farina 00;
- 250 g di farina manitoba;
- 120 ml latte tiepido;
- 1 cucchiaino di cacao amaro;
- 4 cucchiai di miele;
- 1 uovo;
- 30 g (per la pasta) + 30 g (per la farcia) di burro morbido;
- 12 g di lievito di birra;
- 1 pizzico di sale;
- 50 g uvetta;
- 50 g cedro candito;
- 50 g arancia candita;
- 1 mela (io ho usato una fuji);
- 1 cucchiaio di succo di limone;
- 1 bicchierino di liquore all'arancia;
- zucchero di canna;
- zucchero a velo.


Procedimento: ammollate l'uvetta nel liquore all'arancia. Setacciate le due farine con il cacao e create una fontana. Sciogliete il lievito in qualche cucchiaio di latte tiepido, mentre con il latte restante sciogliete il miele. Versate il lievito al centro della fontana, mescolate, poi unite latte e miele ed infine l'uovo sbattuto con un pizzico di sale: impastate il tutto finchè non avrete una pasta omogenea. Trasferite l'impasto su una spianatoia e iniziate a incorporarvi i primi 30 g di burro ammorbidito; eventualmente aggiungete un altro po' di farina in questa fase. Una volta che la pasta sarà omogenea e non più appiccicosa, trasferitela in una ciotola al caldo a lievitare fino al raddoppio del volume.
Intanto tagliate a cubetti la mela e irrorateli con il succo di limone. Tagliate a cubetti anche cedro e arancia canditi. Riprendete l'impasto (dopo la lievitazione)  e stendetelo fino a formare un rettangolo. a questo punto spalmatelo con un pennellino con gli altri 30 g di burro, questa volta fuso e intiepidito, spolverizzate con un po' di zucchero di canna, cospargete con i cubetti di mela, cedro, arancia e l'uvetta.



Arrotolate il rettangolo da lato lungo, fino a formare un rotolo. A questo punto arriva il difficile! Dovete tagliare, con un coltello affilato, il rotolo in due parti uguali DAL LATO LUNGO! Attenzione a non sbagliarvi in questo passaggio, che è fondamentale perchè il kringle vi riesca. Dopo che avete tagliato il rotolo, attorcigliate tra loro le due parti, poi chiudete il rotolo dando la forma di una ghirlanda. Trasferite il dolce su una teglia da forno imburrata e infarinata. Coprite tutto con una pellicola unta e lasciate lievitare al caldo per ancora un'ora. Trascorsa l'ora di lievitazione, eliminate la pellicola e infornate il vostro kringle a 180°C per circa 30 minuti. Una volta sfornato e raffreddato, potete decorarlo con una lieve spolverata di zucchero a velo... lo renderà speciale, proprio come la brina mattutina sulla mia campagna.


Con questa ricetta partecipo al contest Decoriamo il Natale, di SweetAngel e i suoi Dolci Pasticci. Buon weekend a tutti voi!

Biscotti farciti alle mandorle e limone

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Durante l'anno, raramente mi viene voglia di fare i biscotti... Ma quando siamo in periodo natalizio, non vorrei fare altro! Ecco quindi che vi propongo questi abeti di pasta frolla specialissima, alle mandorle e scorza di limone... sono buoni anche non farciti e mantengono la loro fragranza a lungo. Ma dato che per Natale, si sa, bisogna fare le cose in grande, li ho anche spalmati con la mia gelatina di melograno, il cui gusto asprino si sposa benissimo a questa frolla... ma potete scegliere una marmellata a vostro piacere.


Ingredienti (per circa 20 biscotti farciti, oppure 35-40 biscotti semplici):
- 225 g di farina autolievitante;
- 100 g di farina 00;
- 45 g di mandorle non spellate;
- 70 g di farina di mandorle;
- 140 g di zucchero;
- 125 g di burro ammorbidito;
- 1 limone biologico;
- 1 uovo grande.

Tritare nel mixer le mandorle non spellate con un cucchiaio di zucchero, poi setacciare insieme le farine, le mandorle tritate e lo zucchero rimanente. Grattugiare la scorza del limone e aggiungerla anch'essa alla farina, impastare poi con l'uovo e il burro a pezzetti, ammorbidito. Una volta che avrete ottenuto un panetto omogeneo, lasciatelo in frigo per almeno un'ora. Toglietelo dal frigo, lavoratelo ancora e stendete la pasta alta 2-3 mm, ritagliando i biscotti: per farli farciti dovrete fare metà abeti pieni e metà abeti forati. Infornate i biscotti per 15 minuti a forno acceso e caldo a 180°C.

Eccoli appena sfornati. Anche da soli sono deliziosi: io e mia mamma abbiamo spazzolato gli "abetini" più piccoli (quelli che si ottengono per ricavare gli abeti con il buco in mezzo) con una buona tazza di the.


Per completare:
- Gelatina di melograno (oppure una marmellata a vostra scelta);
- Zucchero a velo.

Quando i biscotti sono a temperatura ambiente, scaldate la gelatina di melograno in modo da farla tornare sufficientemente liquida. Spalmate quindi uno strato sottile sui biscotti senza buco, sovrapponete poi i biscotti con il buco e riempite il centro di ogni biscotto con un altro pò di gelatina. Spolverizzate con poco zucchero a velo.

Questi biscotti sono buoni tutto l'anno, ma il sapore di mandorla e limone della frolla, che in questo caso ho scelto di abbinare alla gelatina di melograno, li rendono perfetti per accompagnare un the natalizio o come regalo goloso per i nostri amici.


Con questi biscotti partecipo al contest di Cucina verde dolce e salata dedicato ai regali natalizi commestibili: "E tu, cosa metti sotto l'albero?".

Il pandoro ripieno al semifreddo ... contro lo stress culinario natalizio!

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Quante di voi sentono "l'ansia da prestazione natalizia"? Io sì, terribilmente. Con l'avvicinarsi delle festività dicembrine, frullo impazzita come una trottola tra gli ultimi impegni lavorativi, i mille progetti di dolci che ogni Natale mi propongo di fare, i pensierini per le amiche che vorrei sempre fare home-made ma poi non riesco mai a combinare nulla per tempo... ecco, in tutto questo è micidiale cercare di incastrare ricette "importanti" come quelle che si usano preparare per le feste. Devo stare attenta a non trasformare le occasioni festive in aggiuntivo stress! Oggi allora, proprio per sdrammatizzare la seria concitazione che mi prende in cucina per Natale, vi propongo qualcosa coreografico ma non complesso: un soffice pandoro che racchiude a sorpresa un goloso semifreddo! Ci tenevo a dare una piccola idea natalizia abbastanza semplice, adatta per fare bella figura ma senza impazzire tra mirabolanti preparazioni... in questo caso vi serve solo scegliere un buon pandoro di ottima qualità e preparare, relativamente in fretta, il semifreddo per il ripieno. Ricordandoci che il senso delle feste non è tanto il preparare "la tavola perfetta", quanto piuttosto il rilassarsi in compagnia dei nostri cari.


Ingredienti:
- Un pandoro da circa 1 kg;
- 125 ml di latte;
- 1 tuorlo;
- 50 g di zucchero;
- 15 g di farina;
- scorza di limone biologico;
- 300 ml di panna da montare;
- 1 bustina di pannafix;
- 50 g di gocce di cioccolato;
- 100 g di torrone;
- 80 g di cioccolato fondente;
- 200 g di cioccolato bianco;
- Confettini argentanti;
- Qualche grappolo di ribes;
- 1-2 carambole.



Procedimento:
Preparate subito la crema pasticciera: fate intiepidire il latte in una casseruola con la scorza del limone. Montate il tuorlo con lo zucchero in una ciotola, aggiungete poi la farina continuando a mescolare per non formare grumi. Aggiungete il latte versato a filo e trasferite la preparazione in una casseruola su fuoco dolce: cuocete 5 minuti mescolando sempre, finchè non si sarà un pò addensato. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare coprendo con la pellicola, per evitare il formarsi della pellicina superficiale. Montate poi la panna ben fredda a neve ferma, aggiungendo la bustina di pannafix. Spezzettate il torrone, riducendolo in una granella non troppo fine e tenetelo da parte. Mescolate metà della crema pasticciera con 2/3 della panna montata, incorporandovi poi le gocce di cioccolato molto delicatamente. Fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente, mescolate e lasciate intiepidire. Quando il cioccolato si è raffreddato, incorporatevi la crema pasticciera rimasta e la panna montata rimanente, infine aggiungete il torrone spezzettato. A questo punto vi consiglio di mettere le due creme in frigo per almeno 6 ore.


Comporre e decorare il pandoro:
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato bianco e fatelo intiepidire. Lavate con cura il ribes e la carambola, poi tagliate questa a fette e tamponate con carta assorbente sia le fette di carambola che i grappoli di ribes. Tagliate la calotta superiore del pandoro e, con l'aiuto di un coltello da pane, scavate al centro del dolce un cilindro del diametro di 10 cm e altezza 18 cm circa. Versatevi il semifreddo al cioccolato e torrone, scuotete il dolce in modo che il ripieno si assesti bene e completate poi con il semifreddo panna-gocce di cioccolata. Chiudete la calotta del pandoro e, se il cioccolato bianco si è intiepidito a sufficienza, versatelo sul pandoro. Prima che il cioccolato si indurisca troppo, decorate con confettini argentati, grappolini di ribes e fette di carambola. Conservate il pandoro ripieno in luogo fresco e servitelo entro 4-5 ore dalla sua preparazione.

Una "montagna magica"... per un magico Natale!

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Per festeggiare il Natale con voi ho scelto qualcosa di specialissimo, un vero e proprio superdolce che porterà la magia in tavola grazie alla sua presentazione e al suo gusto straordinario: la "montagna magica". A dispetto dell'apparenza, non è poi così difficile da realizzare: basteranno pochi accorgimenti per riuscire a preparare questo trionfo di cioccolata, panna e marzapane al cacao. La ricetta originale è di Cioccolata&Co. di dicembre 2012, ma io ho modificato un tantino le proporzioni. Siete pronti per immergervi in una delle ricette più golose, goduriose e magiche di questo blog? Le calorie non si contano, il livello di golosità è alle stelle, una montagna così magica è proprio l'ideale per festeggiare a dovere il Natale, tra famiglia ed amici. Ecco a voi la ricetta...




Ingredienti (per una tortiera da 24 cm di diametro):
- 350 g di cioccolato fondente;
- 120 g di zucchero;
- 200 g di burro;
- 2 cucchiai di farina 00;
- 6 uova;
- 5,5 dl di panna fresca;
- 1 cucchiaio di zucchero a velo;
- 1 bustina di pannafix;
- 100 g di ciliegie candite;
- rum;
- 350 g di marzapane;
- 15 g di cacao amaro, più quello per spolverizzare.
 

La preparazione di questo dolce si divide in due giorni: una notte di riposo è l'ideale. Il pomeriggio precedente al giorno dell'assaggio, tagliate a metà le ciliegie candite e mettetele a bagno nel rum. Preparate poi la torta, mettendo in una casseruola il cioccolato a pezzi, 2 dl di panna, il burro morbido a tocchetti e lo zucchero. Ponete la casseruola a bagnomaria e mescolate affinchè non risulterà un composto omogeneo, privo dei granellini di zucchero. Togliete dal bagnomaria e fate intiepidire. Rompete le uova in una terrina e sbattetele leggermente; continuando a sbattere con la frusta elettrica, versate a filo il composto di cioccolato, lentamente, fino ad incorporarlo tutto. Infine aggiungete due cucchiai di farian setacciata. Versate l'impasto ottenuto in una tortiera da 24 cm di diametro dai bordi alti (mi raccomando, è importante!), opportunamente imburrata e infarinata. Mettete in forno a 180°C per circa 50 minuti (valutate la cottura sapendo che resterà un dolce molto morbido, ma sopra deve fare una bella crosticina e gonfiarsi in modo uniforme), sfornate e lasciatelo a riposo in luogo fresco per una notte.
 

Il giorno dopo iniziate con il preparare il marzapane al cacao: è fondamentale, per la buona riuscita dell'opera, che il marzapane sia quantomeno a temperatura ambiente. Potete spezzettarlo in tocchi e impastarlo a mano con il cacao. Quando avrete ottenuto un panetto di un bel marrone omogeneo, cercate di schiacciarlo a mano dandogli la forma di un disco, poi mettetelo tra due pezzi di carta forno e iniziate, con l'aiuto di un mattarello, a stenderlo fino a ridurlo dello spessore di 3 mm. Quest'operazione per me è stata particolarmente faticosa e brigosa, per aiutarmi mi sono servita anche del microonde, nel quale ho inserito il disco di marzapane un paio di volte, al fine di scaldarlo (lasciandolo tra i due fogli di carta da forno) e renderlo più morbido e stendibile. Alla fine, dovrete avere un disco di marzapane sottile 3 mm e abbastanza regolare.

A questo punto montate la panna fresca rimanente (3,5 dl) con un cucchiaio di zucchero a velo e la bustina di pannafix. Prendete le ciliegie e scolatele dal rum, la cui rimanenza (se non è troppa) andrà versata sulla torta. Ponete la torta sul piatto di portata, cospargete la superficie con metà ciliegie, la panna montata disposta "a montagna", ed infine fate cadere su questa le ciliegie rimanenti. Con l'aiuto di una spatola potete regolarizzare il tutto: è importante che si crei una vera e propria montagna sopra la torta. Ora prendete il vostro disco di marzapane e ponetelo sul dolce come copertura: non dovete schiacciarlo troppo, anzi l'ideale sarebbe riuscire a creare l'effetto di un tessuto delicatamente adagiato sul dolce. Spolverizzate di cacao per creare un effetto vellutato e servite entro un'ora; diversamente, va conservato in frigo e tolto fuori da questo un'oretta prima di essere consumato, perchè si possa gustare a pieno il suo intenso gusto di cioccolato.


La texture di questo dolce è speciale: la copertura di marzapane è zuccherina, granulosa e consistente; la nuvola di panna montata è leggera e spumosa; la torta è vellutata e follemente golosa. Ed è proprio con questa meraviglia che auguro a tutti voi...


Augurissimi a tutti!

Il Pampapato di Ferrara

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A casa mia senza il Pampapato, il dolce ferrarese per eccellenza, non è Natale... una cupola al cacao, mandorle e canditi, ricoperta di cioccolato fondente, a simboleggiare appunto il copricapo degli ecclesiastici. Chi lo chiama "pampepato" non solo ne storpia il nome, ma ne dà anche un'interpretazione scorretta: non c'è assolutamente la presenza di pepe nella sua ricetta. La ricetta originale di questo dolce è antichissima, risale al 1600 e si deve alle monache del Monastero del Corpus Domini di Ferrara, tuttavia si sprecano le leggende legate al pampapato e ancora di più le ricette tramandate di famiglia in famiglia: c'è chi lo impasta con il vino, chi con acqua, chi con latte, chi usa diverse spezie. Ogni Natale noi compriamo diversi pampapati, per allietare le nostre feste ma anche da regalare agli amici: tra i ferraresi, ricevere in dono questo dolce non è solo tradizione, ma anche un gran piacere.


Quest'anno ho provato a farli in casa e ne sono rimasta soddisfattissima, superando uno dopo l'altro i dubbi che mi avevano attanagliata nei giorni di preparazione e riposo... li avrò cotti bene? Saranno buoni come quelli di pasticceria? Non saranno crepati troppo durante la cottura? Non li avrò lasciati a riposo troppo poco? Invece sono venuti veramente deliziosi: magari è stata la fortuna del principiante... chissà!


Per 5 pampapati da circa 400 g l'uno (peso finale con ricopertura):
- 300 g di farina 00;
- 250 g di mandorle spellate;
- 300 g di canditi a pezzetti (150 g arancia, 150 g cedro);
- 180 g di zucchero;
- 150 g di miele;
- 250 g di cacao amaro;
- cannella in polvere;
- chiodi di garofano in polvere;
- 1 tazzina di caffè zuccherato;
- 1/2 bustina di lievito;
- 230 ml di latte intero (quantità indicativa, diciamo q.b. per impastare);
- 500 g di cioccolato fondente per la ricopertura (io Emilia-Zaini).



Setacciate la farina con il cacao, lo zucchero, il lievito e le spezie; aggiungete poi il miele leggermente riscaldato (dev'essere ben fluido), la tazzina di caffè, metà del latte tiepido e iniziate a impastare. Man mano che impastate aggiungerete il resto del latte, ma valutate durante la lavorazione se è necessario più o meno liquido: l'impasto deve essere ben consistente. Quando avrete un impasto abbastanza omogeneo, aggiungete i canditi e le mandorle, continuando a impastare in modo che si amalgami tutto il più possibile. Una volta che avrete ben impastato, dividete il tutto in cinque pampapati, dando la tipica forma a zucchetto (il cappello dei prelati). Ponete su una leccarda rivestita di carta-forno e infornate a 175°C per 45 minuti circa: fate molta attenzione alla cottura, poichè se dovessero cuocersi troppo diventerebbero amari. 

Eccoli cotti: le crepe che vedete sono solo superficiali, all'interno il dolce è rimasto ben compatto!

Una volta cotti, ponete i pampapati a riposare in luogo umido per diversi giorni: il tempo di riposo varia anche a seconda della grandezza di ciascun dolce, io li ho lasciati riposare per 5 giorni. Se avete pampapati più piccoli forse i giorni di riposo saranno minori, più grandi potrebbero richiedere anche 10 giorni di riposo: il risultato finale, comunque, è di avere dei dolci ben consistenti ma vagamente morbidi, per nulla croccanti o secchi. Trascorso il tempo di riposo, sciogliete a bagnomaria il cioccolato (calcolate circa 100 g di cioccolato per ogni pampapato da 300 g) e ricopriteli sia sopra che sotto. Ancora meglio sarebbe temperare il cioccolato, specie se andrete a regalare i pampapati: il dolce si conserva a lungo, ma in tal caso la cioccolata dovrà essere per forza temperata per garantire che anche la copertura mantenga inalterate le sue qualità.


Alcuni suggerimenti da una ferrarese doc:
- Per la buona riuscita di questo dolce (come di tutti gli altri, in realtà), vale la regola generale: scegliete solo ingredienti di prima qualità. Un pampapato che abbia canditi secchi e non profumati, un cacao poco pregiato e mandorle di seconda scelta, sarà anche molto meno buono! Perciò scegliete gli ingredienti con grande cura, fanno davvero la differenza!
- In rete si trovano tantissime ricette del pampapato e nessuna ha la pretesa di essere "l'originale" (neppure la mia!)... tuttavia vi consiglio di prediligere ricette che abbiano, in proporzione alla farina usata, un quantitativo quasi pari di mandorle, canditi e cacao. Ad esempio io su 300 g di farina ho messo 250 g di cacao, 250 g di mandorle e 300 g di canditi. Il vero pampapato è ricchissimo di questi ingredienti e metterne meno sarebbe un delitto!


Potete confezionare ogni pampapato in modo molto natalizio, come vedete qui sopra (ringrazio la mia collega Gabriella per l'idea della fetta d'arancia secca!). Se invece volete acquistare un pampapato a Ferrara, vi consiglio di cercarlo in pasticceria (io mi rivolgo sempre alla Dolciaria Tina, una garanzia!), ad un modico prezzo porterete sulla vostra tavola un dolce artigianale di ottima qualità; quelli che si trovano nei supermercati invece non sono minimamente paragonabili, tra l'altro ad un costo comunque notevole.
Con questa ricetta partecipo all'iniziativa "I ricordi del Natale" di Molino Chiavazza:


Che altro dire? A rileggerci nell'anno nuovo, con la ricetta del mio dolce del cenone di Capodanno e soprattutto per il primo anno di "Pasticceria portami via!": vi aspetto il 1 gennaio 2014 e intanto vi auguro di concludere al meglio questo 2013!

La Tartufata Reale... per un buon 2014!

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Buon anno nuovo a tutti voi!! Ieri sera ho festeggiato in compagnia di una bella tavolata di amici: non c'è modo migliore per salutare i dodici mesi appena trascorsi e per accogliere il nuovo 2014, che spero porti a tutti salute, affetti sinceri, un pò di certezze lavorative (che di questi tempi non guastano mai) e soprattutto la giusta tranquillità per vivere bene ogni giorno, apprezzando i piccoli piaceri che la vita sa riservaci! 
A questo proposito vi presento subito il dolce del cenone di Capodanno: la Tartufata Reale, spettacolare come un fuoco d'artificio e peccaminosa al massimo, perchè almeno in queste occasioni è consentito osare... certo, a patto di mangiarla solo una volta all'anno!

La base di pasta è una torta alle mandorle, dalla consistenza soffice ma abbastanza umida; viene farcita e ricoperta con una crema al burro, cioccolato e cognac, mentre tutto attorno è disposta una corona di cannoli alle mandorle caramellate. Completano la Tartufata Reale dei tartufi di ganache al rum e una spolverata di cacao amaro... insomma, un dolce per un brindisi indimenticabile!
Devo ammettere che in questo caso si tratta di un dolce piuttosto complesso, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dei cannoli di mandorle caramellate... ma con un pò di calma è possibile prepararla! Vi consiglio di iniziare a preparare la torta, la ganache e i cannoli il giorno precedente all'assaggio, in modo che il giorno successivo dovrete solo preparare la crema al burro, i tartufi e comporre il dolce, che deve riposare qualche ora in frigo prima di essere servito.


Ingredienti per la torta alle mandorle (tortiera dal 24 cm di diametro):
- 4 uova;
- 125 g di zucchero;
- 100 g di farina autolievitante;
- 125 g di farina 00;
- 2 cucchiai di rum;
- 70 g di burro fuso e intiepidito;
- 1 bustina di lievito;
- 250 g di polvere di mandorle;
- 1,5 dl di latte intero a temperatura ambiente.

Preparazione della torta alla mandorle:
In una terrina mettete i tuorli con lo zucchero e il rum, sbatteteli con la frusta fino a renderli chiari e spumosi. montate a neve ferma gli albumi e incorporateli alla crema di tuorli, molto delicatamente. In un'altra terrina mescolate le farine con le mandorle e il lievito. Unite quindi il composto di farine a poco a poco al composto di uova, aggiungendo sempre gradualmente il burro fuso e intiepidito e il latte. La consistenza dovrà essere morbida ma non troppo liquida. Imburrate e infarinate una tortiera da 24 cm di diametro, versatevi il composto e infornate a 180°C per 45-50 minuti. Sfornate e lasciatelo raffreddare completamente, potete anche conservarlo in luogo fresco e asciutto, per farcirlo il giorno dopo.


Ingredienti per i cannoli alle mandorle (circa 15 cannoli interi):
- 95 g di zucchero di canna;
- 95 g di burro;
- 3 cucchiai di panna (scarsi);
- 60 g di farina 00;
- 125 g di miele (io Rigoni d'Asiago);
- 125 g di mandorle tritate abbastanza finemente, ma non ridotte in polvere.

Preparazione dei cannoli alle mandorle:
Preriscaldate il forno a 180°C. Preparate una o due leccarde da forno foderate di carta da forno, in grado di contenere 15 striscie di composto (che andrete a preparare), della dimensione di circa 8 cm per 12 cm. Mettete poi in una casseruola il burro, lo zucchero e il miele e fate cuocere a fuoco dolcissimo, finchè lo zucchero non è completamente sciolto (i granelli non dovranno più vedersi). A questo punto levate dal fuoco, incorporatevi le mandorle tritate, la farina e la panna. Mescolate bene e rapidamente: il composto sembrerà molto liquido ma non appena cala di temperatura tende a raggrumarsi, perciò è importante amalgamare in fretta gli ingredienti e iniziare subito, con un cucchiaio, a stendere l'impasto sulla carta da forno, creando appunto 15 striscie delle dimensione sopra dette. Inizialmente vi sembrerà un'impresa difficile poichè il composto è liquido, ma tende ad indurirsi in fretta. 


Non abbiate paura di fare striscie irregolari, potete sistemarle in un secondo momento con l'aiuto di un coltello, quando il composto si è già parzialmente solidificato. Quando avete le vostre striscie pronte, infornatele in forno caldo a 180°C e lasciategliele finchè non assumono un colore ben dorato, quasi caramellato. Togliete dal forno e attendete uno o due minuti (non di più!): le striscie vanno staccate con una paletta e arrotolate finchè sono ancora calde e modellabili, dando loro la forma di un cannolo (arrotolati in modo che il lato da 12 cm diventi l'altezza del cannolo). Una volta che avrete ottenuto i vostri 15 cannoli, divideteli a metà in modo da ottenere 30 cannoli in tutto. Se avrete rispettato le dimensioni, ogni cannolo sarà lungo circa 6 cm. Mettete a riposare i cannoli in luogo fresco e asciutto perchè solidifichino del tutto.


Ingredienti per i tartufi al rum (per 15 tartufi):
- 225 g di cioccolato fondente (io Emilia-Zaini);
- 150 ml di panna fresca;
- 2 cucchiai di rum;
- zucchero semolato, confettini di zucchero argentati/dorati; cacao amaro.

Per la preparazione dei tartufi:
Spezzettate il cioccolato e portate quasi a bollore la panna: versatela su cioccolato, attendete un minuto e poi mescolate fino ad ottenere una ganache omogenea e lucida. Aggiungete il rum e mescolate ancora. Ponete il tutto in frigo per 4 ore, oppure in freezer, poi riprendete la ganache e formate 15 tartufi con l'aiuto del palmo delle mani. Un consiglio per lavorare bene i tartufi: usate a più riprese guanti puliti usa e getta, poichè man mano che lavorate la cioccolata tende a sciogliersi e impiastricciarvi le mani, rendendo più difficile il modellamento dei tartufi successivi. Ricoprite poi i tartufi dividendoli in tre gruppi: uno da ricoprire con il cacao amaro, l'altro con lo zucchero semolato, l'ultimo con i confettini di zucchero. Conservate in frigo.


Ingredienti per la crema al burro:
- 400 g di burro;
- 130 g di zucchero a velo;
- 4 tuorli (grandi);
- 3 cucchiai di cognac;
- 160 g di cioccolata fondente (io Emilia Zaini).

Per la preparazione della crema al burro, cioccolato e cognac:
Togliete fuori dal frigo il burro e spezzettatelo; lasciatelo ammorbidire per un'ora o comunque per il tempo necessario a renderlo lavorabile. Nel frattempo fondete la cioccolata a bagnomaria e mettetela ad intiepidire. Aggiungete al burro ammorbidito lo zucchero e iniziate a lavorarlo con le fruste o il cucchiaio di legno, fino ad ottenere una crema soffice e corposa. Aggiungete quindi un tuorlo alla volta, facendo molta attenzione a non smontare il composto. Una volta incorporati i tuorli, aggiungete anche il cognac, mescolando sempre delicatamente per evitare che il tutto si smonti. Infine aggiungete alla crema la cioccolata fusa e intiepidita. 


Composizione della torta:
Tagliate a metà la torta alle mandorle e farcitela con due-tre cucchiate di crema al burro. Se volete, potete cambiare la farcitura a vostro piacimento, eventualmente preferendo un altro tipo di crema o usando una ganache aromatizzata al rum e ammorbidita (basta scaldarla un pò). Chiudete la torta e rivestitela per intero con la crema al burro, disponendo poi al centro del dolce, a grandi cucchiaiate, la maggior parte della crema, creando quasi delle "fiammelle". Spolverizzate di cacao amaro. Disponete attorno al dolce i cannoli alle mandorle, creando quindi una corona, che andrà a fissarsi al dolce grazie al rivestimento di crema. Completate la decorazione con i tartufi, disposti alternati su tutta la circonferenza. Ponete in frigo per almeno 5 ore, poi ricordatevi di toglierla dal frigo almeno un'oretta prima di servirla, avendo cura di tenerla in un posto fresco, ma non freddo come il frigorifero in modo da consentire alla crema al burro di essere soffice.


Questi sono i tipi di dolce che più amo fare, perchè sono delle vere e proprie sfide che, se vinte, mi danno veramente tanta soddisfazione! E non solo dal lato estetico: anche il gusto è veramente eccezionale! Certo, non sono dolci da mangiare tutti i giorni, ma neppure nel weekend... questi sono superdolci per le occasioni speciali, quando si vuole festeggiare qualcosa di particolare e irripetibile, come un anno che finisce e un altro che inizia... o il primo anniversario di un blog! Ed è con questo dolce che vi rinnovo i miei auguri di buon 2014 e festeggio anche il primo anno di Pasticceria portami via! Auguri a tutti e grazie ai miei lettori che mi hanno seguita fin qui in questi primi dodici mesi!

Ciambella alla panna e mirtilli rossi

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Che tristezza, le feste di Natale sono davvero finite e siamo tutti rientrati a pieno regime nei nostri impegni di lavoro e/o di studio... Ma, come dice la saggia Meg in Piccole Donne, se fosse sempre Natale apprezzeremmo ben poco le feste, perciò consoliamoci, che tornare al lavoro non solo è inevitabile ma è anche l'unica maniera per rendere davvero meritati e appaganti i momenti di riposo! Per consolarci ancor di più, ecco una ciambella morbida e adatta alla prima colazione, per addolcire il risveglio in queste giornate un pò grigie.


Ingredienti:
- 400 g di farina 00;
- 1 bustina di lievito;
- 150 g di zucchero semolato;
- 300 ml di panna fresca;
- 80 g di burro fuso;
- 2 uova;
- 150 g di mirtilli rossi secchi.


Mettere in ammollo in acqua tiepida i mirtilli secchi per 15 minuti e preriscalrdare il forno a 180°C. Setacciare farina, zucchero e lievito, aggiungervi quindi le uova, la panna e il burro fuso intiepidito: mescolare con una frusta fino ad ottenere un composto omogeneo. Strizzare i mirtilli e aggiungerli all'impasto. Imburrare e infarinare uno stampo da ciambella, versarvi dentro il composto e infornare per 50 minuti circa, fate sempre la prova stecchino. Una volta raffreddata, potete cospargere la vostra ciambella di zucchero a velo... E' un dolce molto semplice (perfetto per disabituarsi agli stravizi delle feste), ma la panna rende questa ciambella golosa e mai secca, una vera delizia per iniziare bene la giornata. Vi auguro un buon weekend!

Il dolce naufragar del torrone...

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Chi l'ha detto che un blog di cucina deve essere perfetto? Il detto "non tutte le ciambelle riescono col buco" ha una sua intrinseca saggezza! Ebbene, sulla scorta di ciò, ho deciso di proporvi anche i miei disastri in cucina... oggi vi narrerò del torrone che sognava di nuotare nella cioccolata, ma evidentemente non valutò il fatto che non sapeva nuotare e nel mare di cioccolata poi naufragò.


C'era una volta un torrone morbido. Era morbido davvero, talmente morbido che - potrei dire - era quasi appiccicoso. Già qui, miei affezionati lettori, vi chiederete se il torrore morbido deve essere anche appiccicoso. A voler essere schietti, io ne dubito fortemente, ma il nostro impavido eroe non se ne preoccupava e sosteneva di essere buono lo stesso. In realtà, il nostro torrone era anche convinto di dover compiere qualcosa di speciale, nella sua esistenza: infatti egli non voleva rimanere solo un “buon torrone morbido”, voleva diventare un “torrone straordinario”.


Un pomeriggio invernale, mentre si avvicinava il suo momento di essere assaggiato, il torrone ebbe uno scambio di battute con il tagliere di legno, su cui riposava:
“Tagliere mio, come ti sembro? Abbastanza morbido? Abbastanza croccante la mia frutta secca?”
E il tagliere: “Mio caro, morbido lo sei fin troppo! Ma hai un profumo buonissimo e la tua frutta secca è di prima qualità! Non dubitare: quando ti assaggeranno, tutti ti apprezzeranno e non potranno fare altro che dire ‘com’è buono questo torrone!’”
Ma il torrone,  pensieroso, rispose: “Non voglio essere solo buono! Vorrei essere eccezionale!”
Il tagliere: “Allora una cosa devi fare: un bel bagno nella cioccolata, come al mare! Ma fai attenzione: la tua morbidezza rischierà di farti naufragare!”.


Il torrone però non ascoltò l’ultimo monito del tagliere, tutto contento di aver trovato il modo di rendersi eccezionale. Si diresse quindi con tenacia verso la località marittima “Bagno Maria”, dove ben due bacini di accogliente cioccolata fusa, bianca e nera, lo aspettavano. Il torrone non sapeva nuotare, ma confidava nel fatto che la sua frutta secca di prima qualità potesse sostenerlo tra i flutti cioccolatosi. Così, giunto al bordo del bacino di cioccolata, si buttò. Lì, miei lettori, non vi dico quel che accadde: sommerso dai flutti implacabili, il torrone naufragò miseramente nel mare bianco e nel mare nero. Quando lo ripescarono, povero torrone, di lui era rimasto solo questo: scogli informi, le macerie di un torrone che voleva essere eccezionale.


Le macerie del torrone si depositarono ai bordi del mare di cioccolata e la gente iniziò ad osservarli con curiosità: facevano un profumino da torrone morbido. Così, qualcuno provò ad assaggiarne un pezzetto, ignorando lo strano aspetto: beh, il gusto era sicuramente delizioso! Quel giorno tutti andarono ad assaggiarlo e tutti tornarono a casa con la pancia piena, soddisfatti di un così buon gusto, a dispetto dell’aspetto: questo fu il dolce naufragio del torrone nel mare di cioccolata.


Sicuramente c’è stato un vizio nella ricetta madre: e per questo vi chiedo delucidazioni! Voi avete mai fatto il torrone morbido ricoperto di cioccolata? O anche solo del buon torrone, riuscito bene e con una ricetta a prova di bomba? Se sì, sappiatemi dire… e aiutatemi a non far più naufragare nessuno nella cioccolata! ;-)

La mia domenica al SIGEP 2014!

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Me ne rendo conto, ho una fortuna sfacciata! Grazie al mio fidanzato, ingegnere che si occupa di macchine per gelato, abbiamo trascorso una favolosa giornata al SIGEP: il Salone Internazionale di Pasticceria, Gelateria e Panificazione artigianali. Non vi dico cos'ho visto, assaggiato ed annusato! La fiera è immensa e fantastica, ogni padiglione cerca di stupire e di proporre il meglio dal punto di vista professionale... pizze sfornate di continuo, pane ancora caldo offerto ai passanti, enormi vetrine zeppe di pasticcini, torte mirabolanti,  montagne di cannoli siciliani, trionfi di cassate, intere colonne di vetro ripiene di cioccolatini e soprattutto... montagne, montagne e montagne di superlativo gelato artigianale!







Vi dirò: oltre essermi riempita gli occhi (e la pancia!) di delizie, sono rimasta colpita dalla marea di gente presente al SIGEP... persone che in maggior parte lavorano nell'ambito di pasticceria, gelateria e panificazione: che si tratti di produttori di macchine o di pasticcieri, gelatieri, fornai, pizzaioli... si respirava un'aria profondamente seria, impegnata e appassionata per il proprio lavoro. Tra i sorrisi, gli assaggi e le dimostrazioni dei maestri pasticcieri, c'era la consapevolezza che fare un buon gelato, un buon croissant o una buona pizza... è una cosa estremamente seria: è un'arte e un lavoro. Per chi, come me, è un semplice appassionato, vedere tutto questo è stato d'ispirazione e - un pochino - ho potuto fantasticare su come sarebbe fare di questa passione un vero e proprio mestiere.







In ogni caso, l'apice di tutta la giornata è stato l'assaggio di un gelato appena fatto ad uno degli stand Carpigiani: gelato alla mandorla variegato al Grand Marnier... non so neppure descrivervi la bontà di un gelato appena fatto, sembra di stare in paradiso!

Cantucci di pandoro, una buona idea di "riciclo"

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Quando li ho visti sul blog di Assunta, sono rimasta stregata! Poi ho scoperto che l'idea geniale era di "La Signora dei Biscotti"... e insomma, dato che gennaio sta finendo e con lui è bene finire anche tutti gli eventuali avanzi di pandori e panettoni... ecco un'idea semplice per sfornare dei simil-cantucci e terminare con successo un pandoro!


 Per circa 45 pezzi:
- 300 g di pandoro (o panettone, o veneziana);
- 150 g di mandorle non pelate;
- 2 uova;
- 130 g di zucchero semolato;
- 200 g di farina 00;
- 1 cucchiaino di lievito.


Accendere il forno a 180°C. Ridurre in pezzetti piccoli il pandoro, quindi montare le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungervi il pandoro (che dopo qualche istante assorbirà molta dell'umidità delle uova), la farina e il lievito, impastando a mano. Aggiungere poi le mandorle. Dopo aver impastato un pò, dovreste ottenere un panetto abbastanza consistente: vi consiglio di non aggiungere ulteriore farina, perchè il pandoro (soprattutto se "avanzato", quindi non più morbido come appena aperto) è in grado di assorbire l'umido. Dividete l'impasto in due e, questa volta aiutandovi con un pò di farina per la lavorazione, create due rotoli che andrete a mettere su una leccarda coperta di carta da forno. Appiattite con le mani i due rotoli, in modo che non siano cilindrici ma più schiacciati. Infornate per 30-35 minuti a 180°C, sfornate e attendete 5 minuti perchè i biscotti si consolidino. Poi tagliateli dello spessore di 1,5 cm e rimetteteli in forno per 10 minuti a 160°C, perchè diventino croccanti al punto giusto.

Mousse al cioccolato: un classico intramontabile!

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A chi non piace la mousse al cioccolato? E' uno dei classici della pasticceria: relativamente semplice e veloce da preparare, è un delizioso comfort-food da mangiare a cucchiaiate, ma può diventare anche una goduriosa farcitura per torte e crostate, oppure essere impiegata a ciuffi come decorazione. Una ricetta così non poteva mancare al mio blog di cucina!


Ingredienti (per quattro/cinque persone):
- 325 ml di panna fresca;
- 70 g di tuorli (circa 4 piccoli);
- 80 g di zucchero semolato;
- 30 g di acqua;
- 200 g di cioccolato fondente extra (io "Emilia").



Anzitutto montare la panna fredda a neve ferma e riporla di nuovo in frigo. Spezzettare poi il cioccolato e metterlo a sciogliere a bagnomaria. Preparare intanto uno sciroppo mettendo in una casseruola, su fuoco dolce, zucchero e acqua. Una volta che lo sciroppo è arrivato a 120°C (per questo è fondamentale un termometro da cucina), versarlo a filo sui tuorli già semi-montati, con la frusta azionata alla massima velocità: se lo sciroppo si versa molto gradualmente le uova non si cuoceranno, bensì monteranno perfettamente e il calore dello sciroppo le avrà intanto pastorizzate, rendendole più “sicure”. Una volta che il cioccolato è sciolto a bagnomaria, va aggiunto con delicatezza ai tuorli montati con lo sciroppo. Aggiungere poi al composto un terzo della panna montata: solo quando questa è completamente incorporata, aggiungere la restante, facendo attenzione che non si smonti.



Per una bella presentazione (migliore della mia), la mousse va messa in una sac-a-poche con la bocchetta a stella e con questa vanno riempite coppette monoporzione, da decorare poi secondo la vostra fantasia: amarene sciroppate, decori in cioccolato, frutti di bosco freschi, granella di mandorle o nocciole, spruzzi di cacao amaro... avete solo l’imbarazzo della scelta! In questo caso, dato che la mia mousse doveva raggiungere la casa del mio fidanzato, non ho potuto fare le coppette ma un’unica ciotola golosa, arricchita da decori in cioccolata fondente. La moussa va tenuta in frigo almeno un paio d'ore perché si “consolidi”, prima di servila. Devo aggiungere che è da leccarsi i baffi?

Bavarese al panettone

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Ci sono dolci che nascono quasi per caso, magari a partire da una ricetta precisa, che poi via via che si lavora in cucina si corregge, si adatta, si completa a seconda del proprio umore. E così è stato per questa bavarese al panettone che, visto che il Natale ormai l'abbiamo passato da un pezzo, può essere considerata un'idea di "riciclo di lusso"... ma in tempi più natalizi risulta in piena regola un ottimo dessert per le feste.
In sè non nasconde nessuna difficoltà particolare, anzi è una preparazione abbastanza veloce che non richiede neppure l'accensione del forno... facendo questo dolce ne ho approfittato per farmi un pò di esperienza con le decorazioni al cioccolato e con la sac-a-poche. In tal senso ho ancora molto da imparare: confermo che io e la sac-a-poche siamo ben lontane da essere amiche!

Ingredienti (per 8-10 persone)
- 400 g di panettone con canditi e uvetta;
- 5 ml di panna fresca;
- 1 cucchiaio raso di zucchero di canna;
- 40 g di zucchero a velo;
- 300 g di pere kaiser mature e pulite;
- 18 g di gelatina;
- 2,5 ml di latte intero;
- 3 cucchiai di cacao amaro;
- 50 g di cioccolato bianco;
- 50 g di cioccolato fondente.



Preparazione: tagliate a dadini il panettone e mettetelo da parte. Mettete a mollo i fogli di gelatina. Tagliate a dadini anche le pere e mettetele in una casseruola con un cucchiaio di zucchero di canna e fate cuocere finchè la frutta non è diventata molto morbida (non consiglio di aggiungere acqua, la pera tende a farne, ma tenete d'occhio il tutto durante la cottura in modo che non si bruci): quando le pere sono cotte e ancora bollenti, aggiungete la gelatina strizzata in modo che si sciolga perfettamente. Poi, con un frullatore a immersione, riducete le pere a una mousse. Versate sul panettone il latte e 1,5 dl di panna, in modo che vengano assorbiti. Aggiungete la mousse di pere e mescolate bene, poi aggiungete anche il cacao amaro. Montate la panna rimanente con lo zucchero a velo: quando è montata, prendetene 2/3 e uniteli al composto con delicatezza, in modo che non si smonti. Mettete il tutto in una tortiera a cerchio apribile di 22 cm di diametro, foderata solo sul fondo di carta d'alluminio, e ponete in frigo per una notte.


Decorazione di cioccolato: sciogliete a bagnomaria la cioccolata bianca e la cioccolata fondente, separatamente. Su un foglio di carta forno e aiutandovi con una spatola apposita, stendete uno strato non troppo spesso di cioccolata fondente (cercando di riprodurre un rettangolo). Poi, con un cucchiaio, versatevi sopra a filo la cioccolata bianca, cercando di creare un reticolato o comunque un qualche tipo di disegno astratto o geometrico. Ponete il tutto in frigo per qualche minuto e, quando la cioccolata si sarà rappresa sufficientemente, incidetevi dei quadrati con un coltello ben appuntito. E' fondamentale in questo passaggio tenere d'occhio la consistenza della cioccolata: io ad esempio ho atteso qualche istante di troppo, la mia cioccolata era sì lavorabile ma non sono riuscita a evitare il formarsi di alcune "bricioline" di cioccolato già solidificato. Se riuscirete a indovinare esattamente il tempo perfetto per tagliare i vostri quadrati, vi verranno perfetti. Rimettete a solidificare del tutto in frigo.


Composizione finale del dolce: riprendete la vostra bavarese dopo la notte di riposo e sformatela sul piatto di portata. Riprendete anche la panna montata e mettetela in una sac-a-poche con una bocchetta a stella e decorate il dolce come più vi aggrada. Ribadisco che ancora devo capire come destreggiarmi con questo strumento e non sono del tutto soddisfatta del risultato... ma tant'è, per imparare bisogna fare tante prove, no? 
Per finire la decorazione del dolce, vi consiglio di immergere le mani in acqua molto fredda per qualche istante, poi indossate dei guanti usa e getta e staccate con delicatezza i quadratini di cioccolata (teneteli in frigo fino all'ultimo): più le mani saranno fredde, meglio potrete maneggiare la cioccolata. Con i quadrati decorate a vostro piacimento la bavarese. Rimettete in frigo fino al momento di servirla.

L'originale Torta Paciocca (l'inimitabile!)

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Oggi ricorre la "Festa del Gatto" ed è il momento perfetto per farvi conoscere la "Torta Paciocca"! Se mi seguite anche su Rumore di Fusa, saprete già che Paciocca è la mia fidata amica felina, dal carattere buono e mansueto, dotata di una straordinaria vocalità e volontà comunicativa: ci facciamo un sacco di chiacchierate! Ripropongo qui su questo blog la ricetta della torta che le avevo appositamente dedicato... la Torta Paciocca, appunto! La ricetta risale al gennaio 2012, già postata su Rumore di Fusa, ma l'ho interamente ideata io, ispirandomi alle qualità della mia miciona: vi riporto tutta la storia di questa torta, dalla sua ideazione all'assaggio! Certo niente a che vedere con le torte "serie" da vetrina di pasticceria... ma sapete che vi dico? Le cose semplici, nella vita, restano sempre le migliori.


Sapevo bene le caratteristiche che avrebbe dovuto avere una torta ispirata alla mia micia: doveva essere anzitutto rotonda, morbida e soffice come lei, possibilmente bianca e nera, dolce il giusto ma con un pizzico di originalità. E doveva profumare di buono, proprio come lei. Insomma, non un dolce qualsiasi. E, un po’ per assonanza con il suo nome, un po’ perché adoro questi due ingredienti, sapevo che dovevano esserci sia cioccolata, sia cocco. Fin qui, tutto chiaro, solo che la mia testa non era riuscita a mettere insieme tutto questo in modo produttivo. Finché… finché l’altra sera, l’illuminazione: sapevo ESATTAMENTE come doveva essere la ricetta della mia Torta Paciocca.

Ecco la mia miciona!
Anzitutto, per un impasto soffice e morbido, ecco gli ingredienti (somiglia a un maxi-muffin, ma la forma è rigorosamente classica e rotonda, semplice come le cose migliori):
  • 150 g di farina;
  • 110 g di fecola;
  • 60 g di cocco rapè;
  • 160 g di zucchero;
  • 1 bustina di lievito;
  • 220 ml di latte;
  • 90 ml di olio di semi;
  • 1 bicchierino da liquore di liquore al cocco;
  • 2 uova;
  • Qualche biscotto secco;
  • 2 Bounty (114 g in totale).
 Ingredienti per la copertura, ovviamente bianca e nera:
  • 250 g di cioccolata fondente;
  • Coccò rapè.
    Procedimento: in una ciotola riunite gli ingredienti solidi, ovvero farina, fecola, lievito e zucchero setacciati insieme, infine il cocco rapè. In un dosatore a parte, riunire gli ingredienti liquidi: latte, olio, liquore al cocco, uova, mescolarli con la frusta. Imburrare e infarinare una tortiera a cerchio apribile di 24 cm di diametro, porre sul fondo qualche biscotto secco ridotto in briciole. A questo punto mescolare ingredienti solidi e liquidi: vi verrà un impasto piuttosto fluido (ma non proprio liquido), che verserete nella tortiera. Ed ora la parte migliore: spezzate i Bounty in tocchetti, senza sbriciolarli troppo (con 2 Bounty io ho fatto circa 24 tocchetti in totale), e metteteli sull’impasto. Affonderanno nell’impasto solo un po’ e il resto lo farà la cottura! Infornate in forno preriscaldato per 40-45 minuti a 180° C. 
    Una volta sfornata, fate raffreddare la torta e toglietela dalla tortiera a cerchio apribile capovolgendola su due piatti e aiutandovi con un coltello lungo, per staccare bene il fondo della torta dalla tortiera (attenzione perchè sul fondo ci sono i pezzi di Bounty!). A questo punto preparate la copertura, sciogliendo a bagnomaria la cioccolata fondente, che verserete poi sulla torta raffreddata. Mentre il cioccolato si solidifica, con il cocco rapè completate la decorazione a vostro piacimento.


    Grazie al liquore al cocco la Torta Paciocca profuma di buonissimo, la fecola la rende particolarmente soffice e morbida, e il Bounty nell’impasto la rende… maculata, golosa e deliziosa! Inoltre è rotonda, dolce e bianca e nera. Insomma, questa è proprio la mia micia trasformata in una torta!

    Muffins alle nocciole glassati

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    Oggi vi lascio un dolcetto veloce veloce, ideale per chi ha poco tempo (come me, in questo periodo), ma non vuole rinunciare a un pò di golosità durante la giornata! Questi muffins alle nocciole, grazie alla frutta secca e alla farina integrale, sono "rustici" al punto giusto... e ci pensa la glassa al cioccolato a renderli speciali!

    Ingredienti per circa 14 muffins:
    - 125 g di farina autolievitante;
    - 125 g di farina integrale;
    - 100 g di nocciole tostate;
    - 125 g di zucchero;
    - 1 cucchiaino di lievito per dolci;
    - 225 g di latte intero;
    - 1 uovo grande;
    - 80 g di olio di semi.



    Per la glassa:
    - 100 g di zucchero;
    - 125 g di cioccolata fondente;
    - 0,8 dl di acqua.

    Imburrate e infarinate uno stampo da muffins; accendete il forno a 190°C in modo che inizi a scaldarsi. Nel mixer mettere le nocciole con un cucchiaio di zucchero (prelevato dai 125 g): ridurre quindi il tutto a una farina fine. Mescolare poi gli ingredienti solidi in una ciotola: le farine, le nocciole polverizzate, lo zucchero rimanente, il cucchiaino di lievito. In una ciotola a parte mescolate il latte con l'olio e l'uovo. Amalgamate a questo punto ingredienti secchi e liquidi, con una frusta, molto velocemente. Suddividete l'impasto negli stampini da muffins, infornate a 190°C per 15-20 minuti. Preparate la glassa portando a bollore 100 g di zucchero con 0,8 dl di acqua, aggiungendo poi 125 g di cioccolato fondente tritato: spegnete il fuoco e mescolate di continuo, finchè la glassa non sarà omogenea. Lasciatela intiepidire sempre mescolando e, quando raggiunge la giusta consistenza, glassate i vostri muffins (vi consiglio di "intingerli" direttamente nella glassa, lasciandoli poi su una gratella) ed eventualmente decorateli con nocciole tritate.

    In queste settimane sono davvero di corsa, ma ci tengo a mandare un grande saluto a tutti voi che mi leggete... spero di riuscire a passare presto dai vostri blog! Ringrazio anche i nuovi followers per i commenti che mi hanno lasciato e per essersi uniti alla mia pagina, appena avrò un'oretta libera verrò a curiosare da voi! A presto!
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